Milano siamo noi
- Silvia Serpe
- 4 apr 2022
- Tempo di lettura: 5 min
Prendiamo in prestito dal calcio il coro "Milano siamo noi", cantato sempre dalla curva milanista per tifare la propria squadra preferita. Cogliamo anche l'occasione per fare i complimenti per lo scudetto, alla squadra rossonera. Milano anzi oserei dire la Lombardia siamo noi, in quanto in questo weekend gli atleti della RP si sono cimentati in lungo e in largo nella nostra regione: Milano per la classica maratona giunta ormai alla ventesima edizione, un trail nella bergamasca, un'altra maratona sul Lago di Garda anche se in verità ha toccato le sponde trentine e come allenamenti in città, campo Marte e il parco delle cave.

Da blogger questa volta mi sono messo in prima linea per raccontarvi meglio la maratona di Milano e i retroscena di un maratoneta. Sveglia prestissimo, un buon piatto di pastasciutta (ne dovremmo magiare tanta oggi di pastasciutta cit. Bonucci) e via che il buon Pezz ti passa a prendere, durante il viaggio si parla di tutto ma soprattutto si prova a pensare a cosa ci aspetta. Arriviamo nel capoluogo lombardo verso le 7, metropolitana direzione centro, pausa obbligata ai bagni chimici, consegniamo le sacche e ritrovo con gli altri partecipanti "gialli". Eravamo in 6 pronti per una bella giornata di sport. Attendiamo la partenza anche se subito divisi nelle griglie in base alle velocità diverse.
La città ha offerto il meglio di sé, le sue strade sgombre di traffico, condizioni meteo ideali, per accogliere il movimento della corsa, al primo evento importante dopo la fine dello stato di emergenza. Tantissimi i partecipanti: alle 9 in punto, sono stati necessari quasi cinque minuti per vedere sfilare sulla linea di partenza di Corso Venezia tutto il colorato e variopinto serpentone di runners, con in testa lepri e campioni a caccia di vittoria e personal best, a seguire la moltitudine di appassionati ansiosi di cimentarsi nella prova più lunga, affascinante e crudele della corsa. Poi, alcuni dei punti più iconici della città sportiva: il Parco Sempione, il Monte Stella, l’ippodromo, San Siro, il Parco di Trenno; ma anche City Life e il simbolo di Milano, piazza del Duomo e la Scala. Dopo due ore e una manciata di minuti, il responso dell’asfalto, ha incoronato i keniani Titus Kipruto nel maschile e Vivian Kiplagat nel femminile vincitori della 20^ Telepass Milano Marathon entrambi con il proprio personale. Sontuosa prova dell'italiano Aouani che al suo esordio sulla distanza centra un 2 ore e 8 minuti che fa ben sperare.
Per la RP invece un Graziano Pezzini assunto dalla dirigenza come "cronacamanday"ridiventa immorale per un oretta e corre 17 km sotto i 4 minuti a km di media, arrivato in postazione si ferma, ci aspetta, ci fotografa e ci incita uno alla volta prima di ritornare al traguardo. Sarà il suo nuovo lavoro?
I chilometri passano abbastanza velocemente, durante la mia fatica vedo tanta gente in strada e molti tifosi appassionati in un centro completamente chiuso al traffico, dopo aver passato il Duomo e la Scala ci rechiamo in zona San Siro, ippodromo e la mitica montagnetta ritrovo dei runners milanesi, passiamo la caratteristica Sky line per poi ritornare in centro. Cerco di carpire segnali dai corridori senza disturbare la loro concentrazione, tanti stranieri, alcuni con abbigliamenti strani ma tutti con il sorriso sulla bocca nonostante la fatica perché ormai siamo al 35°. Da una mezz'oretta vedo parecchia gente sofferente fermarsi o rallentare, anche oggi il famoso "muro" non fa sconti. I tanti ristori ben forniti sono assaliti, per terra ci sono migliaia di bottigliette e bicchieri, anch'io per raccontarvi meglio e sperare di intervistare qualcun'altro alterno corsa a camminata. Scelta giusta anche se pochi rilasciano dichiarazioni ormai stremati e desiderosi di arrivare. Mi godo comunque il finale, mi sposto sulla balaustra laterale e inizio a dare il "five" a tutti, che bello che emozione. Quasi tutti i finisher tagliano il traguardo con le braccia alzate, che soddisfazione. Gli ultimi 200 metri ti ripagano dalle 4 ore di fatica e dai 4 mesi di preparazione per riuscire ad arrivare al traguardo.
Davanti a me, ennesima grandissima prova del "cuggi" Francesco Bordino che dopo una settimana da Roma chiude sotto le 3 ore e mezza regolando in volata addirittura Sandro Gariano che corona così una buona prestazione. A concludere il quintetto RP, Giovanni Bernini che (anche non ufficialmente e senza palloncini) fa da "pacer" a Carmelo Gerardi (crediamo all'esordio con la nostra canotta sulla distanza) un vero angelo custode oltre che amico. Durante la gara arrivi quasi a non sopportarlo ma poi nei giorni successivi ti manca e continui a cercarlo.
Al traguardo tutti con indosso la meritata medaglia ci ritroviamo e ci confrontiamo. Ormai però é tempo di ritornare alle proprie case pronti a raccontare ad amici parenti le nostre emozioni.
Spostandoci invece sul Lago di Garda prima assoluta della "Lake Garda 42" nei commenti letti ha riscosso moltissimi consensi. Come dire: buona la prima! Con i suoi eventi collaterali una mezza maratona e una corsa per bambini, ha richiamato sulle sponde dell’alto lago 2 mila appassionati, con delle quote rosa altissime: quasi la metà dei partenti nella maratonina erano donne. Paesaggi spettacolari con partenza da Arco e da Limone a seconda della distanza scelta che hanno portato i runner quasi sempre con vista lago a Malcesine.

Per noi un soddisfatto Beppe Arini che ritorna a correre la distanza regina, la conclude in 4 ore 20 minuti. Bravo! Il più veloce è stato lo scozzese Alexander Wallace, mentre nella prova femminile braccia alzate per Giorgia Venturini.
La presenza dell’alta quota di stranieri, che si attesta a più del 50%, è il dato che più colpisce e che fa ben sperare nella ripresa del turismo nel nostro Paese con addirittura 37 nazioni rappresentate.
Sempre in Lombardia nella zona bergamasca del parco del Serraglio e precisamente a Carvico si é cosa la 12° edizione della "Sky del Canto". Sono stati più di 650 gli atleti che in una fredda giornata primaverile si sono cimentati nei saliscendi orobici.

Dove ci sono salite non può mancare la coppia Danilo Braghini e Barbara Giusti che ci regala sempre grandi emozioni.
Tre percorsi proposti, per i nostri portacolori 22 km con quasi 1300 metri di dislivello. Impresa compiuta in meno di tre ore. Bravi!
La vittoria é andata a Ahmed El Mazoury che fa il bis e ‘stoppa’ il cronometro a 1 ora e 39’. Al femminile podio per la Valtellinese Alice Gaggi poco sotto le due ore.

Nell'allenamento di gruppo questa domenica si é diviso in due in base all'orario. I più mattutini con Roberto Baronio che convoca i suoi alle ore 8, con lui Barbara Violini, Francesco Freno e Singh Kuliwant quest'ultimo insieme al "Baro" sarà al via sabato alla "Ultra Franciacorta", gara che in pre-pandemia partecipavamo in massa con almeno due squadre iscritte nella 12 ore a staffetta; per tutto il giorno eravamo lì in molti a tifare ma soprattutto a mangiare e bere.

Secondo allenamento proposto dal capitando Giuseppe Rossini alle ore 9 per aspettare i ritardatari Margherita Bracconi e Luciano Bonici, un oretta in allegria fra campo Marte e il centro città. Con loro anche Fabrizio Bertocco, Francesca Rossi, Francesca Sorze, Francesco Tomasoni, Nunzia Gina Massari, Michele Gregorini, Stefano d'Aprile, Stefano Bonera, Gianfranco Zambelli, Sabrina Veschetti, Enrico Pioselli, e Stefano Murari. Non abbiamo notizie del ristoro finale ma sicuramente vi sarà stato e terminato in tempo di record. Da domani dicono che arrivi finalmente la primavera, rimaniamo pronti e non facciamoci trovare impreparati da Pasqua, 25 Aprile e 1 Maggio perché la RP siamo noi! P.S. Ziz ripensaci!
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